Chi è Renato Brunetta
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Chi è Renato Brunetta, ex Ministro del Governo Draghi

Renato Brunetta

Ex berlusconiano e ministro del governo Draghi, il politico italiano Renato Brunetta è uno dei volti più noti del Quirinale.

Dopo una carriera economista ventennale in università, Renato Brunetta segue il corso degli eventi politici approcciandoci in prima persona nel 1999. Prima capogruppo alla Camera di Forza Italia e in seguito diventato ministro nel quarto governo di Berlusconi. Solo con l’ultimo governo Draghi ritroviamo poi Brunetta incaricato nuovamente con lo stesso ruolo. Tutto sulla sua carriera, sulla vita privata con sua moglie Titti e le curiosità più imperdibili.

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Chi è Renato Brunetta: la scheda

Nome e cognome: Renato Brunetta
Luogo e data di nascita: 26 maggio 1950, Venezia
Segno zodiacale: Gemelli
Professione: Politico
Social: Facebook

Renato Brunetta
Renato Brunetta

La biografia

Renato Brunetta nasce a Venezia il 26 maggio 1950, sotto al segno dei Gemelli. Il futuro politico è figlio di un venditore ambulante ed è l’ultimo di tre fratelli. Ha spesso raccontato di aver coltivato di sua iniziativa la passione per gli studi classici, nonostante avesse grande difficoltà a rapportarsi con i compagni del liceo classico “Marco Foscarini di Venezia.

Sono orgoglioso di essere figlio di gente povera – aveva raccontato Brunetta nel libro La fabbrica degli ignoranti. La disfatta della scuola italiana -, Figlio della Venezia popolare” “Andavo a lavorare con mio padre – prosegue il politico – venditore ambulante di gondoete, gondole di plastica nera. E lì, sui marciapiedi di Cannaregio, ho imparato tutto. Il lavoro, il sacrificio“.

Vivevamo in nove in novanta metri quadricontinua ancora Brunetta – con i miei due fratelli, mia zia vedova e i suoi tre figli. E comunque a casa mia non c’era un libro. Cominciai a studiare il greco di notte, di nascosto. Così ho dato l’esame per passare al Foscarini. Il figlio dell’ambulante, il piccolino, al liceo dei siori. Alla maturità fui il primo della classe“.

La carriera accademica

Renato Brunetta si laurea il 2 luglio 1973 in Scienze politiche, indirizzo economico, presso l’Università degli Studi di Padova. Inizia la sua carriera accademica presso lo stesso ateneo, dove assume vari incarichi: dal 1973 al 1974 è assistente universitario per i corsi di Teoria e politica dello sviluppo e di Economia applicata. Nell’anno accademico che va dal 1977 al 1978 diventa professore incaricato di Economia e politica del lavoro.

Nel 1982 accede al ruolo di professore associato, presentando tre pubblicazioni. Dal 1982 al 1990, ricopre lo stesso ruolo come docente di Fondamenti di Economia presso il Dipartimento di Analisi Economica e Sociale del Territorio dell’Istituto Universitario di Architettura di Venezia.

Nel periodo che va dal 1991 al 1999 diventa professore associato di Economia del Lavoro presso l’Università degli Studi di Roma Tor Vergata, dove poi assume la posizione di professore ordinario di Economia Politica fino al 2009.

La carriera giornalistica

Brunetta è iscritto dal 1976 come giornalista pubblicista all’Ordine dei Giornalisti del Veneto. Ha lavorato come editorialista per Il Sole 24 Ore e Il Giornale, oltre ad essere autore di pubblicazioni riguardanti l’economia del lavoro e le relazioni industriali.

È il fondatore e direttore della rivista “Labour – Reviews of labour economics and industrial relations“. Ha anche curato, insieme a Vittorio Feltri, la collana “Manuali di Conversazione Politica” e ha collaborato alla creazione della raccolta “Manuali di Politica Tascabile“. Nel giugno 2020 ha accettato l’offerta dell’editore Alfredo Romeo per collaborare al rifondato periodico “Il Riformista“, diretto da Piero Sansonetti. Ha contribuito al giornale con alcuni editoriali.

La carriera politica

Brunetta, di formazione socialista, ha collaborato come consigliere economico con i governi Craxi I, Craxi II, Amato I e Ciampi.

A soli 35 anni, viene nominato coordinatore della commissione sul lavoro, su richiesta dell’allora ministro Gianni De Michelis. Nel 1993, durante il periodo di Mani Pulite, firma la proposta di rinnovamento del Partito Socialista Italiano di Gino Giugni.

A partire dal 1983, Brunetta vive sotto scorta ininterrottamente a causa delle consulenze fornite al Ministero del Lavoro, che hanno attirato l’attenzione delle Brigate Rosse. Nel 1989, contribuisce alla fondazione dell’associazione EALE (European Association of Labour Economist), assumendone la presidenza (1989–1993).

Renato Brunetta entra a far parte dello schieramento di Forza Italia nel 1999, assumendo la carica di deputato al Parlamento europeo. Ha aderito al gruppo PPE-DE, dove è stato vicepresidente della commissione per l’industria, la ricerca e l’energia, oltre ad essere stato membro di diverse delegazioni parlamentari: delegazione alla commissione parlamentare mista UE-Croazia, delegazione parlamentare mista UE-Turchia, e delegazione per le relazioni con la Repubblica Popolare Cinese.

Nel 2000 si candida a sindaco di Venezia per il Polo per le Libertà, ma viene sconfitto dal candidato del centro-sinistra Paolo Costa. Il 21 novembre 2005 viene eletto consigliere comunale a Bolzano, ma si dimette da questa carica dopo circa un mese. Dal 2007 fino a novembre 2008, è vicecoordinatore nazionale di Forza Italia e responsabile del settore programma. Dal 29 marzo 2009, data del primo congresso nazionale, entra a far parte dei membri della direzione nazionale del Popolo della Libertà.

Viene nominato ministro per la Pubblica amministraizone e l’innovazione nel 2008 da Silvio Berlusconi, arrivato al suo quarto governo. Capogruppo alla Camera per Il Popolo della Libertà durante la XVII legislatura, in seguito all’unione con la nuova Forza Italia, il 24 marzo 2014 diventa membro del Comitato di Presidenza del partito.

Il 4 febbraio 2015, a seguito dell’elezione di Sergio Mattarella come presidente della Repubblica e dei contrasti interni nel partito, presenta le sue dimissioni da capogruppo insieme al suo omologo Paolo Romani al Senato. Tuttavia, il leader Silvio Berlusconi rifiuta di accettarle.

Viene nominato ministro per la Pubblica amministrazione nel Governo Draghi il 12 febbraio 2021. Il 21 luglio dell’anno successivo, dopo le dimissioni da parte del premier, comunica la sua decisione di lasciare Forza Italia in polemica con la scelta dei senatori forzisti di non partecipare al voto di fiducia a sostegno del governo. Il 20 aprile 2023 Giorgia Meloni lo nomina come presidente del Consiglio nazionale dell’economia e del lavoro.

Il patrimonio

Non è noto l’intero patrimonio di Renato Brunetta ma, cercando online, è possibile reperire alcune informazioni che ne fanno immaginare la vastità. Nella dichiarazione dei redditi del 2020, Brunetta aveva dichiarato un reddito imponibile pari a 190.291 euro.

La vita privata

Nel 2011 Brunetta sposa a Ravello Tommasa Giovannoni (detta Titti), un architetto arredatrice di interni. I due non hanno figli ma il politico ha instaurato un ottimo rapporto con Dario e Serena, nati dal precedente matrimonio della moglie.

Quattro curiosità su Renato Brunetta

Definito ironicamente nano per la sua altezza di 143 cm, ha rivelato tutti gli insulti ingiustificati che ha ricevuto.

In un’intervista del 2008 si è definito “liberalsocialista”.

Si è sempre dichiarato ateo.

Nel 2013, Brunetta ha chiesto un risarcimento di 7,5 milioni di euro di danni al settimanale l’Espresso per presunta diffamazione. Ma il Tribunale rigetta la richiesta e ingiunge a Brunetta di pagare 30.000 euro di spese processuali.

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ultimo aggiornamento: 26 Luglio 2023 18:02

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